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Trump fa marcia indietro sui dazi: decisione a sorpresa sull’automotive

Un nuovo scossone dall’America rischia di stravolgere gli equilibri economici europei. I dazi voluti da Donald Trump hanno provocato il panico anche sui mercati obbligazionari, in particolare sui titoli di debito emessi dal Tesoro. Il tasso d’interesse sui buoni a 10 anni è cresciuto in modo esponenziale nel corso dell’ultima settimana, raggiungendo il 4,39% per chiudere al 4,03% il 9 aprile, dal 3,86% del 4 aprile. La situazione si stava facendo critica e il tycoon ha deciso di sospendere i dazi per 90 giorni solo per i Paesi che non adotteranno contromisure.

Un vero colpo di scena, resosi necessario per soddisfare le richieste dell’establishment americano. Le tariffe, introdotte la settimana scorsa, saranno sospese per quei 75 Paesi che hanno teso una mano agli Stati Uniti. Sono esclusi i dazi su acciaio, alluminio e automobili che quindi continueranno a gravare sulle Case automobilistiche straniere che esportano i veicoli negli Usa. Le auto europee continueranno a pagare un’imposta aggiuntiva del 25%. La sospensione non vale per Messico, Canada e soprattutto Cina. Per il Paese del Dragone Rosso Trump ha deciso di aumentare i dazi al 125%, invece dell’attuale 104%.

Il dietrofront di Trump

La Cina è stata messa nel mirino con misure ancora più stringenti. Trump ha commentato le sue scelte tramite un post sul suo social network Truth: “Alla luce della mancanza di rispetto che la Cina ha mostrato nei confronti dei mercati mondiali, con la presente aumento i dazi applicati dagli Stati Uniti d’America al 125%, con effetto immediato. A un certo punto, si spera nel prossimo futuro, la Cina si renderà conto che i tempi in cui si derubavano gli Stati Uniti e altri Paesi non sono più sostenibili né accettabili“.

Una dichiarazione di guerra commerciale che ha fatto volare i titoli a Wall Street. Tra Pechino e Washington era inevitabile uno scontro. Gli Stati Uniti stanno incassando “due miliardi di dollari al giorno“. Lo ha affermato Donald Trump nel corso di una cerimonia alla Casa Bianca. “Stiamo andando molto bene“, ha assicurato il tycoon, confermando i negoziati con Giappone e Corea del Sud. “L’America sarà molto presto nuovamente molto ricca“, ha detto un raggiante Trump. Quest’ultimo sta cercando di cambiare delle regole storiche che stavano favorendo Paesi emergenti come la Cina. Quei 75 Governi, invece, che hanno espresso l’intenzione di aprire un negoziato con Washington potrebbero essere premiati.

Il nodo dell’automotive

Sebbene sia stata confermata la stretta sulle importazioni di auto in Usa, Trump ha reagito alla presa di posizione di Bruxelles. Gli Stati membri dell’Ue hanno approvato la proposta della Commissione di introdurre dei dazi su diverse tipologie di beni statunitensi. “Sulla base del fatto che oltre 75 Paesi hanno convocato i rappresentanti degli Stati Uniti, inclusi i Dipartimenti del Commercio, del Tesoro e dell’Ustr (United States Trade Representative, il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America, ndr), per negoziare una soluzione alle questioni in discussione relative a commercio, barriere commerciali, dazi, manipolazione valutaria e tariffe non monetarie, e che questi Paesi, su mio forte suggerimento, non hanno esercitato ritorsioni in alcun modo o forma contro gli Stati Uniti, ho autorizzato una pausa di 90 giorni“, ha annunciato Trump.

Nasdaq ha chiuso le contrattazioni del 9 aprile con un +12%, Tokyo, stamane, ha aperto il mercato con oltre l’8%. Resteranno attivi i dazi sulle automobili, ma almeno è arrivata una apertura che lascia sperare in negoziati futuri con quei Governi che hanno l’intenzione di evitare una guerra commerciale reciproca.

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