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NCC, foglio elettronico e pausa obbligatoria di 20 minuti: scatta la protesta

Il decreto interministeriale n.226 del 26 ottobre  è stato pubblicato sul sito del Mit e, immediatamente fa scattare le proteste per via dei nuovi obblighi previsti per gli Ncc ovvero le vetture a noleggio con conducente. Il testo del decreto porta la firma sia del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Le associazioni di categoria hanno già dato parere contrario a diverse misure previste dal decreto che, inevitabilmente, è destinato a far discutere.

Cosa prevede il decreto

Il provvedimento, voluto in particolare al ministro Salvini, prevede diverse novità per il settore dei veicoli Ncc (Noleggio con conducente). In particolare, è prevista l’introduzione di un nuovo foglio di servizio elettronico, un documento che punta a contrastare il dilagante fenomeno dell’abusivismo in questo settore. Le caratteristiche del foglio elettronico sono ancora da definire (la circolare attuativa arriverà, infatti, soltanto il prossimo 26 di novembre) ma l’obiettivo è far entrare in vigore il documento nel giro di un paio di pochi mesi.

Nel foglio elettronico andranno indicati i dati del conducente oltre che il nominativo del passeggero. Bisognerà, inoltre, indicare l’orario di inizio e termine corsa, il luogo di partenza e la destinazione oltre alla targa del veicolo. In questo modo, sarà possibile, nell’intento degli autori del provvedimento, tenere traccia dell’attività dei veicoli Ncc andando a creare un registro elettronico sull’utilizzo. Il decreto interministeriale prevede una nuova limitazione per i conducenti che sta generando enormi polemiche.

Il testo, infatti, impone una pausa obbligatoria di 20 minuti tra i viaggi con partenza fuori dalla rimessa. Si tratta di un tema molto delicato in quanto l’imposizione di una pausa dal servizio, anche abbastanza lunga, può tradursi in una riduzione effettiva dell’attività lavorativa, con un effetto immediato sulle retribuzioni e il rischio di perdere, almeno una parte, della clientela. La pausa obbligatoria potrebbe, di fatto, aumentare i tempi di attesa dei clienti, trasformandosi in un provvedimento “allunga-code” e favorendo anche la diffusione dell’abusivismo, pratica che il decreto interministeriale punta a ostacolare il più possibile.

Potrebbe trattarsi, quindi, di un vero e proprio autogol. Le associazioni di categoria, in merito al nuovo provvedimento, hanno già annunciato un ricorso la Tar. La questione è, quindi, ancora aperta. Al momento, da parte degli esponenti del Governo non sono arrivati riscontri e non sembra esserci la volontà di fare marcia indietro. Le cose, anche considerando le enormi proteste nel settore degli Ncc, potrebbero cambiare nel corso delle prossime settimane. Il prossimo 12 dicembre è prevista una manifestazione contro il decreto.

Le proteste

In queste ore, vari esponenti del settore Ncc hanno detto la loro sul decreto. Il punto di vista è chiaro e va contro quanto previsto dal Governo. Nel corso di un’intervista rilasciata a IlSole24Ore, il presidente di MuoverSì Federazione Ncc, Andrea Romano, ha definito questo provvedimento come un “enorme regalo alla corporazione taxi e una grave limitazione alla libera iniziativa economica”. A finire nel mirino delle proteste è proprio la pausa obbligatoria che si rischia di trasformarsi in un problema enorme per l’intera categoria. Sulla questione, Lorenzo Pireddu, general manager di Uber, ha aggiunto: “l tempo di attesa medio per una corsa Uber in Europa è di 5 minuti, ma in Italia gli utenti ne dovranno aspettare 20: in realtà questi decreti sono allunga-code“.

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