La patente a punti ha portato importanti cambiamenti nella sicurezza stradale italiana. Introdotta nel 2003, prevede l’assegnazione di 20 punti all’emissione, annotati nell’anagrafe nazionale degli abilitati. Il tesoretto può essere ridotto a seguito di infrazioni al Codice della Strada, con decurtazioni variabili in base alla gravità della violazione commessa.
Se il saldo raggiunge lo zero, il conducente è obbligato ad affrontare un esame al fine di mantenere la licenza, ma esiste un modo molto più veloce (e assolutamente legittimo) per recuperare il punteggio. Esaminiamo nel dettaglio ciascun aspetto, compresi quelli che danno adito a qualche sporadica polemica.
Il funzionamento
Ogni patente parte con un credito di 20 punti, riducibili in caso di trasgressioni. Si basa su un meccanismo semplice: a ciascuna inottemperanza alla normativa, corrisponde una certa penalità. La gravità dell’azione commessa incide sulla sanzione, che rischia di costare un punteggio da 1 a 10.
Alcuni esempi tipici includono la circolazione in stato di ebbrezza, che vale il massimo della pena, e il passaggio con il semaforo rosso, che arriva a 6, oltre a una contravvenzione di 167 euro. Nei riguardi dei neopatentati (chi ha conseguito la patente da meno di tre anni), il legislatore è più severo: d’ufficio raddoppia la decurtazione. Qualora vengano commesse almeno due infrazioni in contemporanea, vengono tolti fino a 15 punti, a meno di sospensione o revoca della licenza.
Chi subisce la penalità e le modalità di contestazione
La penalità viene applicata al conducente identificato al momento della violazione. Se le Forze dell’Ordine fermano il trasgressore subito dopo, questi subisce direttamente la decurtazione. In caso di rilevamento tramite dispositivi automatici come autovelox o telecamere, la contravvenzione viene recapitata al proprietario del veicolo, il quale ha l’obbligo di specificare, entro 60 giorni, chi era al volante.
Nell’art. 126 bis del Codice della Strada si legge: “Il proprietario del veicolo, ovvero altro obbligato in solido ai sensi dell’articolo 196, deve fornire all’organo di polizia che procede, entro sessanta giorni dalla data di notifica del verbale di contestazione, i dati personali e della patente del conducente al momento della commessa violazione”. Altrimenti, subisce una sanzione amministrativa extra di 291 euro, pur senza perdita di punti. È possibile scampare a essa in presenza di “giustificato motivo”, ma la clausola resta poco chiara e di difficile applicazione.
Azzeramento del saldo
All’azzeramento del saldo, il guidatore ricevere una lettera dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in cui viene invitato a sostenere un esame di revisione entro 30 giorni. Durante il suddetto intervallo può andare avanti a circolare. Se rifiuta di affrontare la prova, la licenza sarà sospesa a tempo indeterminato. Laddove non risulti idoneo, dovrà conseguirla di nuovo, ripetendo l’intero iter.
L’esame è imponibile anche in un’altra circostanza: se entro 12 mesi dalla prima infrazione con decurtazione di almeno 5 punti, l’automobilista ne commette altre due da 5 ciascuna. Successivamente al superamento dell’esame, vengono ripristinati i 20 punti iniziali.
Come verificare il saldo
Il saldo del proprio conto è controllabile tramite diversi canali:
- numero telefonico 0645775962 da linea fissa
- area riservata del Portale dell’Automobilista con SPID o CIE
- app iPatente
Dal 1° ottobre 2020, il ministero non invia più comunicazioni cartacee sulle variazioni di punteggio. Tuttavia, inoltra notifiche via e-mail agli utenti registrati al Portale dell’Automobilista o permette di scaricare la comunicazione in formato PDF dell’area riservata del sito.
Recupero del credito permesso
Attraverso la partecipazione a corsi specifici, organizzati da autoscuole o centri autorizzati, è possibile recuperare il credito perso. I corsi in questione durano 12 ore e consentono di ripristinare fino a 6 punti (e 20 punti complessivi), senza esame finale: è sufficiente frequentare le lezioni.
I titolari delle licenze C, CE, D e DE possono recuperare fino a 9 punti partecipando a corsi dalla durata di 18 ore, a loro volta privi di un esame finale. Ergo, anche qui basta aver preso parte alle lezioni.
Premi per la buona condotta
Il sistema della patente riconosce dei bonus ai conducenti rispettosi delle regole. A cadenza biennale, senza infrazioni comportanti delle penalità, chi possiede 20 punti può ricevere 2 crediti, fino a 30. Lo stabilisce l’art. 126-bis del Codice della Strada: “Salvo il caso di perdita totale del punteggio di cui al comma 6, la mancanza, per il periodo di due anni, di violazioni di una norma di comportamento da cui derivi la decurtazione del punteggio, determina l’attribuzione del completo punteggio iniziale, entro il limite dei venti punti”. I neopatentati hanno modo di ottenerne uno ulteriore ogni anno, per un massimo di 3.
Violazioni con veicoli a noleggio e in car sharing
Colui che si mette al volante di veicoli in car sharing o a noleggio, sia breve che a lungo termine, rispondono alle stesse direttive gravanti sugli utilizzatori di un mezzo proprio. Un’ipotetica infrazione andrebbe a colpire il conducente, identificato dall’intestatario del verbale. Non vengono accordate deroghe di sorta.
Ricorsi
Un automobilista che considera ingiusta una multa può avanzare ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto. Se così fosse, occorrerebbe comunicare prima il nominativo della persona che si trovava al volante durante l’infrazione, e la decurtazione viene sospesa fino alla conclusione del ricorso. Ha successo? Nessuno pagherà la multa e non verranno detratti crediti. Domanda respinta? Il proprietario del mezzo sarà tenuto a corrispondere la sanzione, mentre i punti della patente verranno tolti al soggetto indicato.
Punti critici
Benché abbia rappresentato un progresso significativo rispetto al passato, il sistema della patente a punti potrebbe essere ulteriormente perfezionato. Uno degli aspetti rivedibili è la possibilità concessa a chi ha perso numerosi punti ma non è sceso a zero, in seguito a due anni senza infrazioni gravi, di tornare automaticamente a 20 senza necessità di corsi o esami. I detrattori sostengono riduca l’effetto deterrente, che in fondo è il vero obiettivo del meccanismo sviluppato dalle autorità competenti.
Inoltre, genera qualche perplessità la mancanza di decurtazioni per alcune violazioni potenzialmente pericolose, ad esempio il trasporto di bambini non conforme, o la circolazione con pneumatici lisci. Delle obiezioni vengono poi mosse in merito alle trasgressioni rilevate da telecamere o autovelox. Qualora il proprietario del mezzo non comunichi l’identità del conducente, la legge prevede solo una multa supplementare senza applicazione di ulteriori penalità, creando un potenziale “vuoto” sanzionatorio per colui che intende sfuggire alla decurtazione.