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I dazi alle auto cinesi mettono a dura prova la joint venture Stellantis-Leapmotor

È un anno complicato per Stellantis e l’intero settore automotive. Dalla crescente concorrenza all’aumento dei costi, i produttori hanno dovuto affrontare molteplici sfide nel 2024. Con una joint venture, il gruppo italo-franco-americano e Leapmotor hanno dato il via a una sinergia, volta all’espansione nel Vecchio Continente. Tuttavia, i nuovi dazi europei sui modelli della Repubblica Popolare complicano i piani, aumentando le spese e riducendo la competitività dei prodotti sul mercato.

Attraverso il sodalizio, le società perseguono la conquista della leadership nel comparto dei veicoli elettrici low-cost, con le evolute tecnologie di Leapmotor unita all’estesa rete di vendita di Stellantis. D’altro canto, il fardello economico da sopportare sembrava potesse incidere in negativo, da qui la necessità di valutare soluzioni alternative. Tra queste, l’ipotesi di incrementare i ritmi o adattare la catena di fornitura.

La difficoltà della partnership in Europa

L’introduzione dei dazi giunge in un momento delicato per Stellantis. Che deve scegliere se continuare ad affidarsi alle importazioni o a potenziare la capacità interna. Entrambe le soluzioni presentano dei pro e dei contro, perciò i dirigenti mettono tutte le carte in tavola.

Recentemente, sono circolate indiscrezioni su presunti rallentamenti nella realizzazione del modello T03 presso lo stabilimento Stellantis di Tychy, in Polonia. Secondo tali rumors, la fabbrica avrebbe affrontato problemi organizzativi, motivo di ritardi. La notizia aveva sollevato preoccupazioni tra i partner e i fornitori, i quali temevano ripercussioni sulla distribuzione della T03, un’auto chiave per la strategia di Stellantis.

È, infatti, una city car elettrica compatta adatta a soddisfare la crescente domanda di proposte a zero emissioni, soprattutto nei contesti urbani. Con una batteria agli ioni di litio da 37,3 kWh, la T03 vanta una percorrenza di circa 265 km nel WLTP, un valore che la rende competitiva al cospetto delle dirette rivali.

Se le BEV hanno riscosso finora solo un successo parziale, una delle principali ragioni risiede proprio nella cosiddetta “ansia d’autonomia”. Unita ai tempi di ricarica, di molto superiori alle macchine a combustione interna, trattiene i potenziali acquirenti dal compiere il passo.

Mentre le ibride recitano un ruolo di primo piano nell’industria, le BEV mantengono una posizione secondaria. E gli elevati prezzi di listino giocano a sfavore. Grazie alla lungimirante campagna avviata da Pechino, in Cina sono, però, ben più avanti e le auto elettriche economiche smettono di essere una vaga possibilità.

Il prezzo di circa 18.900 euro della T03 la colloca nella fascia accessibile del mercato elettrico europeo, unendo funzionalità e convenienza. Tanto Stellantis quanto Leapmotor puntano su di lei per entrare in un’area di business redditizia, in cui i consumatori desiderano EV pratiche, ecologiche e poco ingombranti.

La smentita

Stando alle indiscrezioni, la fabbrica di Tychy avrebbe incontrato delle criticità, la ragione a fondamento dell’allarmismo insorto tra partner e fornitori. Stellantis smentisce ora le voci con una dichiarazione: La produzione a Tychy prosegue con i ritmi previsti si legge nella nota riportata da Everyeye -. La fabbricazione è attualmente in fase di aumento della produzione della T03”. Dunque, le attività procedono come da programma e il lancio del modello non subirà ritardi.

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