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Il mercato auto in Europa si ferma, in dieci mesi un misero +0,9%

Il mercato auto in Europa resta al palo. Rispetto a dodici mesi prima, le immatricolazioni a ottobre 2024 sono cresciute dello 0,1% nell’area occidentale (UE, EFTA e Regno Unito), pari a 1.041.672. Il cumulato annuo segnala un +0,9%, per un totale di 10.821.299 unità. Tuttavia, la situazione non è uniforme nei maggiori mercati. Tre dei cinque ‘major’ hanno registrato segno meno, nello specifico la Francia (-11,1%), il Regno Unito (-6%) e l’Italia (-9,1%). In controtendenza, la Spagna ha messo a segno un incremento piuttosto significativo (7,2%) e la Germania dà dei segnali di ripresa (+6%).

“Il 2024 – commenta il Centro Studi Promotor – mostra un andamento altalenante dovuto anche a un tentativo di ripresa della quota delle auto elettriche, che era in ridimensionamento per effetto della fine degli incentivi nel principale mercato dell’area, cioè in Germania”. Le immatricolazioni di BEV hanno realizzato un aumento del 2,4%, totalizzando 124.907 esemplari, per una quota del 14,4%. Tuttavia, nel cumulato annuo si rileva una flessione del 4,9% rispetto al 2023, con una quota del 13,2%, pari allo 0,8% in meno.

Il Gruppo Volkswagen vira al contenimento

Tra i player di settore corsi ai ripari, il Gruppo Volkswagen valuta una risposta drastica, con la chiusura di tre stabilimenti, licenziamenti, riduzione degli stipendi e blocco salariale per almeno due anni. Un piano al quale si oppongono in modo categorico i sindacati, come puntualizzato da Thorsten Groeger, responsabile dei negoziati: “I problemi che ci troviamo ad affrontare non sono stati creati dai lavoratori, e non saranno risolti solo tagliando la forza lavoro, ma siamo pronti a dare il nostro contributo”.

“Le finanze del gruppo non sono in rosso come lo erano durante le crisi degli anni 70 e 90”, ricorda Groeger. “C’è margine per agire e fare investimenti che correggano gli errori fatti”. Gunnar Kilian, componente del CdA per le risorse umane, ha accolto in termini positivi le proposte dei lavorati, senza, però, escludere a priori l’ipotesi della chiusura dei tre impianti. In tal caso, ha spiegato Groeger, “la Volkswagen dovrà prepararsi a uno scontro con i sindacati come non se ne vedono da decenni”.

Acque agitate anche in Mercedes

Non promettono nulla di buono neppure anche le dichiarazioni rilasciate da Mercedes. I bilanci del Costruttore di Stoccarda non appaiono più così solidi, e bisogna adottare quanto prima degli aggiornamenti. “Nei prossimi anni dovremo ridurre i nostri costi di diversi miliardi di euro all’anno”, ha annunciato una portavoce aziendale, secondo quanto riporta Dpa. Resta da definire se i tagli al personale costituiscano una delle contromisure al vaglio: “La situazione economica è estremamente volatile – ha proseguito la portavoce -. Solo aumentando l’efficienza si può restare forti sul piano finanziario e produttivi”.

Vista la delicata situazione, l’ANFIA chiede che “nei primi 100 giorni di lavoro della Commissione Europea venga approvato, mantenendo inalterati scadenza e obiettivi del 2035, un piano di neutralità tecnologica riguardo ai vettori energetici. Solo la vera neutralità tecnologica, infatti, potrà ridare certezza e serenità ad un mercato pesantemente contrastato”. E “sollecita con fermezza l’implementazione di un piano di sostegno alla filiera automotive che possa aiutarla concretamente a superare questo momento critico sia per i costruttori che per i componentisti”.

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