Per quasi un ventennio, le vittime di lesioni gravi da incidente stradale si sono trovate a fare i conti con un sistema frammentato, in cui il luogo del giudizio poteva influire in misura significativa sull’entità del risarcimento RC Auto. Ora, però, il vento cambia. Con l’introduzione della tabella unica, il Governo promette una rivoluzione nel settore. I vantaggi? Uniformità negli indennizzi, costi inferiori a carico delle compagnie e, forse, premi più leggeri per i conducenti. Resta, però, da stabilire se l’innovazione rispetterà o meno le promesse. Ed è già spaccatura.
Trattamento disomogeneo
Fino all’intervento della classe politica, la materia era trattata in modo disomogeneo. Esistevano, infatti, due differenti tabelle dei valori pecuniari utilizzate dai tribunali di Roma e di Milano. Con la sentenza n. 38077/2021, la Corte di Cassazione aveva stabilito che si dovessero seguire le indicazioni delle istituzioni meneghine, considerandole più equilibrate.
La tabella RC Auto attribuiva un valore economico a ogni punto di invalidità permanente, compreso tra 10 e 100 punti. Le disposizioni prendevano in esame due aspetti fondamentali: danno biologico e danno morale. Il primo consisteva nelle lesioni all’integrità psicofisica dell’individuo, valutate pure in base alla sua età. Il secondo, invece, atteneva alla sofferenza psicologica dettata dal sinistro. Tuttavia, la disparità di approcci tra tribunali ha generato incertezze, motivo di disparità per casi simili.
Con l’introduzione della tabella unica, il sistema viene unificato a livello nazionale. Lo schema prevede che l’entità del risarcimento sia proporzionale al grado di invalidità permanente e inversamente all’età del danneggiato. Detto altrimenti, quanto più alta è l’invalidità e la vittima più giovane, maggiore sarà l’indennizzo riconosciuto.
Le perplessità di Assoutenti
Il meccanismo di proporzionalità mira a eliminare le discrepanza tra i diversi tribunali e a garantire un trattamento uniforme lungo l’intero territorio nazionale. Ma gli osservatori pongono degli interrogativi su quale sia la parte avvantaggiata, se gli automobilisti o le compagnie assicurative. Secondo Assoutenti le novità favoriscono soprattutto le seconde, che vedono ridotti i margini di incertezza sui risarcimenti e, potenzialmente, le spese complessive.
“Esiste il rischio di una riduzione monetaria media dei valori del 10%, tradotto in un risparmio per le assicurazioni di 500 milioni di euro annui – recita una nota dell’associazione degli utenti -. Il tema è così scottante che se ne dibatte dal 2005, mentre nel 2021 le associazioni dei consumatori si sono opposte al provvedimento. A febbraio 2024, il Consiglio di Stato l’ha bocciato: la documentazione dell’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) sulla quale si basa la tabella è datata, carente di dati aggiornati anche sui sinistri. Debole pure l’analisi sull’impatto della normativa sui bilanci delle imprese e sulle tariffe RC Auto”.
Sul fronte opposto, l’esecutivo in carica definisce la standardizzazione del sistema un passo avanti verso una maggiore equità. L’obiettivo dichiarato è far ricadere i benefici della riforma pure sugli automobilisti, con una riduzione graduale dei premi RC Auto. Resta da vedere se e in che misura il risparmio verrà trasferito ai consumatori. Il giudizio negativo lanciato da Assoutenti invita a tenere monitorati gli sviluppi di una svolta storica, che divide le parti coinvolte.