Guide utili

Acquistare un’auto usata importata dall’estero conviene, ma attenzione a rischi

Il mercato europeo delle auto usate è un settore fiorente, con un valore stimato di quasi 55 miliardi di euro e una crescita costante. L’Italia, in particolare, è un Paese in cui l’importazione di veicoli usati gioca un ruolo significativo: il 56% dei concessionari intervistati da carVertical, società specializzata nella raccolta di dati automobilistici, dichiara di importare auto dall’estero. Questa pratica offre diverse opportunità, tra cui una maggiore varietà di modelli, equipaggiamenti esclusivi e prezzi competitivi. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli dei rischi che l’acquisto di un’auto usata importata comporta.

La provenienza del veicolo è un fattore da considerare

Secondo un sondaggio di carVertical, i principali Paesi di provenienza delle auto usate importate in Italia sono: Germania (46%), Belgio (22%), Spagna (16%), Austria (16%) e Francia (14%). Ogni nazione presenta peculiarità che possono influire sullo stato del veicolo, come le condizioni climatiche, le infrastrutture stradali e le abitudini di guida.

Ad esempio, le auto provenienti dalla Germania, pur beneficiando di ottime infrastrutture, tendono ad avere un chilometraggio elevato. Il 5% delle auto tedesche importate in Italia presentava un contachilometri manomesso, con il 75% di esse che riportava anche danni, probabilmente correlati all’elevato chilometraggio.

Auto usate importate: le condizioni stradali possono influire sullo stato del veicolo

Il Belgio presenta un’elevata usura dei veicoli a causa delle condizioni stradali e dell’alto chilometraggio percorso. Nonostante il sistema Car-Pass, che mira a prevenire le frodi sul chilometraggio, il 7% delle auto belghe importate in Italia presentava comunque un chilometraggio errato, con l’83% di esse che riportava danni.

La Spagna, invece, registra una percentuale inferiore di veicoli danneggiati rispetto al Belgio (6%), ma il 3% delle auto presentava comunque il contachilometri alterato, con una media di 87.174 km manomessi. Questo significa che un’auto con 100.000 km sul contachilometri potrebbe averne percorsi il doppio.

Per quanto riguarda l’Austria, con le sue strade strette, presenta un’alta incidenza di danni minori come ammaccature e graffi: il 53% delle auto austriache importate in Italia riportava danni, mentre il 6% aveva il contachilometri manomesso. Le auto francesi, infine, possono presentare un elevato chilometraggio e danni a causa dell’intenso traffico cittadino e delle lunghe percorrenze: il 5,4% dei veicoli francesi importati in Italia aveva il contachilometri manomesso, mentre il 28,4% riportava danni.

Il report sottolinea l’importanza di verificare la storia del veicolo prima dell’acquisto, soprattutto per le auto importate. Questa pratica garantirebbe un mercato dell’usato più trasparente, proteggendo gli acquirenti da eventuali problemi nascosti e consentendo ai venditori di operare in modo più etico.

Italia esportatrice di auto usate

È importante ricordare che anche l’Italia esporta auto usate, principalmente in: Germania (11%), Bulgaria (11%), Francia (10%), Polonia (6%) e Croazia (6%). Questo flusso bidirezionale di veicoli sottolinea ulteriormente l’importanza di conoscere la storia di un’auto usata prima dell’acquisto. Controllare lo storico del veicolo può rivelare informazioni cruciali come i precedenti proprietari, i luoghi di immatricolazione, i test MOT e gli eventuali incidenti. Questi dati permettono di avere un quadro completo dello stato del veicolo e di prendere una decisione di acquisto consapevole.

In conclusione, il mercato delle auto usate importate offre diverse opportunità, ma è fondamentale essere consapevoli dei rischi. La verifica della storia del veicolo è un passo fondamentale per tutelarsi da eventuali frodi e garantire un acquisto sicuro e trasparente.

To top