L’auto elettrica non è ancora decollata nel nostro Paese. I dati di vendita sono palesi e dimostrano che siamo ancora molto lontani dall’obiettivo iniziale dell’Europa di avere 25-30 anni un parco auto completamente ad emissioni zero. A pesare su questa situazione ci sono vari fattori che stanno contribuendo a rallentare questa tecnologia. Per prima cosa c’è il problema della disinformazione. Molte persone non sono adeguatamente istruite sui veicoli BEV e spesso rincorrono voci da bar che mettono in cattiva luce questa tecnologia senza fondamenti scientifici.
C’è poi la questione legata al prezzo. L’elettrico esiste da anni, ma la sua diffusione su larga scala e a questi livelli di tecnologia è molto recente. Come spesso accade, quando una novità viene immessa sul mercato ha sempre un costo molto esoso che serve a coprire i soldi spesi per lo sviluppo, la progettazione e la produzione. Nei prossimi anni però le BEV dovrebbero raggiungere nel prezzo le vetture con motori endotermici colmando quest’ulteriore gap.
Novità colonnine
Infine, cosa non certo trascurabile, c’è il problema delle infrastrutture. In particolare in Italia non sono tantissime le colonnine di ricarica e questo frena gli acquirenti dal comprare una vettura che potrebbe avere bisogno di una ricarica in un punto sprovvisto da punti per ricaricarla. Tutto questo però potrebbe presto cambiare. Grazie al protocollo d’intesa firmato da Motus-E e Unem al ministero delle Imprese e del Made in Italy, è nato infatti un Tavolo Tecnico che si occuperà di fornire strumenti ad enti, istituzioni e aziende per installare le colonnine nelle stazioni carburanti.
Le due associazioni inoltre si impegneranno a dialogare con soggetti competenti ed elaboreranno proposte per nuove norme in merito e si occuperanno anche dell’organizzazione di convegni e varie iniziative. Fabio Pressi, presidente di Motus-E, si è detto soddisfatto della cosa e soprattutto ha rimarcato come il lavoro coeso di tutte le parti possa aiutare ad accelerare questa transizione ecologica.
Cosa ci aspetta in futuro
A fargli eco ci ha pensato anche Gianni Murano, che ha paventato anche l’ipotesi di riqualificare tutti gli impianti già esistenti. Intanto anche il Governo lavora per dare una svolta in tal senso grazie al disegno di legge Carburanti. Questo, infatti, prevede la chiusura degli impianti in eccesso visto che l’Italia ha un rapporto stazioni di rifornimento/abitanti molto alto, e l’installazione appunto di colonnine di ricarica negli impianti che resteranno aperti.
A tal proposito anche Massimo Bitonci sottosegretario del Mimit ha offerto un’interessante anticipazione sull’argomento. Presto il ddl sbarcherà in consiglio dei ministri (entro un mese). In seguito partirà poi tutto l’iter parlamentare e la speranza è che arriva questa nuova legge entro la fine del 2025. Risolvere il problema dei punti di ricarica in Italia potrebbe dare quella svolta decisiva al mercato delle auto elettriche. Pochi giorni fa anche Alfredo Altavilla, Special advisor Europa BYD, parlando dei problemi che attanagliano il nostro Paese per quanto concerne le auto elettriche aveva dichiarato che come prima cosa bisognava ampliare la rete di ricarica presente in Italia. Detto fatto, chissà a questo punto che nei prossimi mesi non cominceremo a vedere numeri al rialzo.