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Jeep taglia la produzione e licenzia 1.100 dipendenti in Ohio

Il settore automobilistico sta affrontando un periodo di difficoltà a livello globale, caratterizzato da un calo delle vendite e da un clima economico incerto. Questa situazione ha portato diverse case automobilistiche ad adottare misure drastiche per ridurre i costi e adeguare la produzione alla domanda del mercato. Due esempi significativi sono rappresentati dalle recenti decisioni di Jeep e Nissan, che hanno annunciato importanti tagli al personale.

Jeep: Licenziamenti nello Stabilimento di Toledo

Lo stabilimento Jeep di Toledo, in Ohio, si prepara ad affrontare un duro colpo con l’annuncio di 1.100 licenziamenti a partire dal 5 gennaio 2025. Questa decisione, definita “difficile ma necessaria” dai portavoce di Stellantis, è legata alla necessità di ridurre i volumi di produzione della Jeep Gladiator per far fronte all’accumulo di invenduto e migliorare l’efficienza della linea produttiva.

L’azienda ha negoziato le condizioni dei licenziamenti con il sindacato dei lavoratori UAW, offrendo un anno di sussidio di disoccupazione e due anni di assicurazione sanitaria. Nonostante questi benefit, la decisione ha suscitato preoccupazione e il sindacato minaccia nuove mobilitazioni. Il calo delle vendite del marchio Jeep negli Stati Uniti, con una flessione del 34% rispetto al 2018 e del 6% solo nel 2023, ha contribuito a questa situazione. Stellantis punta a calibrare la produzione in base alla reale richiesta del mercato, ma a farne le spese saranno oltre mille lavoratori. Nonostante gli sforzi di Stellantis per migliorare i risultati attraverso incentivi, tagli di prezzo e finanziamenti a tasso zero su modelli come Jeep Compass e Grand Cherokee, le vendite non sono riuscite a recuperare i livelli sperati.

Anche Nissan nella bufera

Anche la casa automobilistica giapponese Nissan ha annunciato la decisione di tagliare 9.000 posti di lavoro a livello globale e di ridurre la capacità produttiva del 20%. L’azienda, colpita da un forte calo delle vendite, non ha specificato un calendario preciso per l’attuazione di queste misure.

Nissan ha inoltre rivisto al ribasso le previsioni di vendita e di utile operativo per il 2024, a causa della “gravità della situazione” che sta affrontando il settore automobilistico. L’azienda punta a diventare “più reattiva e resistente” per superare questa fase critica. Nel secondo trimestre dell’esercizio finanziario in corso, Nissan ha registrato una perdita netta inaspettata di 9,3 miliardi di yen, a fronte di un utile netto previsto dal mercato. Il fatturato trimestrale è sceso del 5% su base annua, mentre l’utile operativo è stato la metà di quanto previsto dagli analisti.

Il rallentamento delle vendite globali di auto nuove e il clima economico negativo hanno portato Nissan a rivedere le previsioni per l’intero esercizio finanziario 2024-2025. L’azienda prevede ora un fatturato annuo di 12.700 miliardi di yen, contro i 14.000 miliardi di yen previsti in precedenza, e un utile operativo di 150 miliardi di yen, tre volte inferiore alle previsioni precedenti. Nissan ha annunciato l’intenzione di ridurre i costi fissi di 300 miliardi di yen e i costi variabili di 100 miliardi di yen per far fronte a questa situazione difficile.

I fattori della crisi

Le decisioni di Jeep e Nissan di tagliare il personale evidenziano la crisi che sta attraversando il settore automobilistico. La flessione delle vendite, il clima economico incerto e la concorrenza sempre più agguerrita costringono le case automobilistiche a rivedere le proprie strategie e ad adottare misure drastiche per garantire la propria sopravvivenza. I licenziamenti rappresentano una soluzione dolorosa ma a volte necessaria per affrontare questa sfida, anche se il loro impatto sui lavoratori e sull’economia in generale è significativo.

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