La nuova normativa sulle emissioni di CO2 in Ue, che prevede multe per i costruttori che non riusciranno ad adeguare la propria gamma di vetture ai limiti fissati, continua a far discutere. Vari esponenti dell’industria automotive hanno espresso un parere contrario al meccanismo di sanzioni che rischia di diventare un vero e proprio autogol per le aziende che producono auto in Europa, avvantaggiando i produttori di auto elettriche cinesi, nonostante i dazi voluti dall’Ue nei mesi scorsi. La Commissione europea sta lavorando a un emendamento alla sua normativa. Il progetto si è fermato e l’approvazione è stata rimandata, allungando i tempi di una questione che rischia di creare non pochi danni ai costruttori nel corso del prossimo futuro.
Cosa è successo
Una ricostruzione dell’Ansa ha evidenziato un nuovo passo per questa vicenda. La Commissione europea era pronta a modificare la norma ma l’emendamento è slittato, allungando ulteriormente i tempi necessari a definire un quadro normativo chiaro sulla questione. Secondo le informazioni disponibili in questo momento, l’approvazione dell’emendamento era prevista per la giornata di ieri, 25 marzo.
Le cose, però, sono cambiate in corso d’opera, con un rinvio a data da destinarsi. Tale rinvio sarebbe legato a dissidi interni alla Commissione e, quindi, a posizioni molto distanti sulla questione delle multe per i costruttori che non riusciranno a rispettare i vincoli sulle emissioni previsti dalla normativa Ue. Al momento, anche se non è stata fissata una nuova data, è ipotizzabile che l’emendamento arrivi entro “pochi giorni“.
Cosa prevedeva l’emendamento Ue
La nuova norma su cui la Commissione europea è al lavoro riguarda, come detto, la questione delle emissioni di CO2 e, in particolare, il rispetto del limite di 93,6 grammi di CO2 al chilometro come valore medio della flotta di un costruttore. Tale limite è entrato in vigore lo scorso 1° gennaio e i produttori devono rispettarlo per evitare le sanzioni previste. La Commissione, sulla base delle ricostruzioni emerse in queste ore, vorrebbe introdurre uno schema triennale (considerando gli anni 2025, 2026 e 2027).
I costruttori che non riusciranno a rientrare nei limiti fissati per il 2025 avranno la possibilità di farlo negli anni successivi. Il valore medio delle emissioni della flotta, ai fini del calcolo dell’eventuale multa, andrebbe poi calcolato su base triennale e non più annuale. In questo modo, i costruttori avrebbero più tempo per studiare le necessarie contromisure e rientrare nei parametri UE. L’emendamento non prevede una cancellazione o una revisione del limite relativo alla media delle emissioni della flotta (composta da tutti i modelli prodotti da un singolo costruttore).
Ricordiamo che l’apertura dell’Ue sulla questione delle multe, con la disponibilità da parte della Commissione ad ammorbidire le sue posizioni, è stata una delle poche note positive, secondo vari esponenti dell’industria automotive, emerse dal Piano d’Azione UE, il progetto con cui la Commissione sta provando a risolvere le difficoltà del settore. ACEA, in passato, ha presentato alcune proposte per affrontare il tema delle multe sulle emissioni arrivando a definire la normativa europea come un meccanismo potenzialmente dannoso per la competitività dell’industria. Maggiori dettagli sulla questione delle multe potrebbero arrivare nel corso dei prossimi giorni.