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Norvegia, paradosso d’Europa: dal 2025 solo auto elettriche

La Norvegia sta per fare la storia: entro il 2025 sarà il primo Paese al mondo a vendere solo auto elettriche. In anticipo di dieci anni rispetto al bando sancito dall’Unione Europa (di cui non fa parte), intende affermarsi come modello di sostenibilità nel settore. Il traguardo è particolarmente significativo, soprattutto per uno dei maggiori produttori di idrocarburi.

Nonostante la dipendenza dal petrolio, lo Stato scandinavo ha intrapreso un percorso di transizione green senza pari. Spinto da Tesla e altri giganti del comparto, ha portato la quota di auto elettriche nuove al 96,4% nel settembre 2024. Un dato impressionante se confrontato con il 17,3% del Vecchio Continente e il misero 2,8% locale del 2012.

Politiche fiscali strategiche

Il successo della Norvegia nel ramo del green non è stato casuale, bensì frutto di una strategia fiscale lungimirante. All’inizio degli anni Duemila, il Paese, priva di una grande industria dei motori nazionale, decise di incentivare le auto elettriche esentandole da una serie di tasse e imposte. L’idea era anche quella di favorire la nascita di un campione nazionale del settore, e l’attenzione si focalizzò in principio sul gruppo Pivco, poi Think, per un certo periodo sotto il controllo di Ford. Tuttavia, Think fallì definitivamente nel 2011 e con essa tramontò il sogno di un top player locale.

Eppure, il Governo decise di mantenere le agevolazioni con le BEV, rendendo il loro acquisto estremamente competitivo in confronto ai mezzi a combustione, gravati da elevate tasse ambientali. Le politiche hanno permesso ai maggiori produttori internazionali, tra cui Tesla, Volkswagen e Nissan, di penetrare nel mercato norvegese e soddisfare la crescente domanda di veicoli full electric.

I salari elevati aiutano

A differenza di quanto avviene altrove, le BEV non sono né un bene di lusso né una scelta limitata in Norvegia, semmai la norma. Grazie alle agevolazioni fiscali sono spesso meno costose degli esemplari a combustione. Inoltre, gli incentivi includono pure l’accesso agevolato a parcheggi, corsie preferenziali e pedaggi autostradali, affinché le BEV siano convenienti e pratiche.

Di recente, i contribuiti sono stati ridotti, senza rallentarne comunque la crescita. Il contraccolpo non lo si è avvertito anche per via dell’elevato salario medio mensile, che, secondo le statistiche ufficiali, si aggira intorno alle 72.931 corone norvegesi, corrispondenti a circa 6.200 euro, impari in confronto all’Italia, dove ammonta a 2.821 euro (rilevazioni ISTAT).

A completare il quadro, la Norvegia ha investito parecchio nelle infrastrutture di ricarica, con una rete diffusa di stazioni in tutto il Paese. Di conseguenza, anche i viaggi su lunghe distanze sono facilmente gestibili con vetture green, abbattendo cosiddetta ‘ansia d’autonomia’.

A settembre, le auto elettriche hanno superato per la prima volta le controparti a benzina, e presto raggiungeranno pure quelle diesel in diesel. Oslo ha spinto in modo ancora più deciso: dal 1° novembre, infatti, ogni taxi della capitale deve essere a zero emissioni.

Un segnale forte lo ha poi dato Volkswagen, che ha consegna la sua ultima Golf a combustione lo scorso luglio. “Dal 1° gennaio abbiamo eliminato dalla nostra gamma tutte le auto a combustibile fossile”, spiega Kim Clemetsen, responsabile marketing di una concessionaria che importa il marchio, come riporta Il Messaggero. “Ora vendiamo solo auto elettriche”.

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