Notizie

Patente digitale in Europa, raggiunto l’accordo provvisorio: le novità

Altro che tesserino: tra qualche anno la patente potremmo portarla nello smartphone. A Bruxelles, Parlamento e Consiglio europeo avrebbero trovato un’intesa per aggiornare le regole. Ma stavolta non si parla di cavilli tecnici: se tutto va come previsto, ci toccherà davvero cambiare abitudini.

A portata di app

Niente più tessere sgualcite nel portafoglio, né corse all’ACI per un duplicato perso in vacanza. La nuova patente — digitale, europea e unificata — potrebbe finire dentro un’app, ancora nessuna conferma ufficiale. Una sola, valida nell’intera Ue. Comoda? Decisamente sì. Obbligatoria? No. Il vecchio formato resterebbe in circolazione, almeno per chi ancora si fida più della plastica che della tecnologia.

Chi ha già usato l’app IO in Italia lo sa: funziona. Fuori dai confini nazionali è, però, un’altra storia. Smarrire la patente durante un Erasmus, ad esempio, oggi significa imbarcarsi in un’odissea di carte, uffici, e spiegazioni in una lingua che magari conosci a malapena. Con un formato unico e digitale, tutto ciò sparirebbe. E non è poco. Chi ha vissuto anche solo una volta il “dramma” è consapevole di quanto possa essere snervante. Ore al telefono, moduli da compilare, barriere linguistiche. E nel frattempo, niente macchina, niente spostamenti.

Un documento digitale risolverebbe la questione in pochi secondi. Un tap, ed eccola lì: pronta da mostrare alle autorità locali o alla compagnia di noleggio, senza panico e senza giri a vuoto. Tempo risparmiato, nervi salvati, viaggi che filano lisci come l’olio. Per chi lavora o studia fuori dal proprio Paese, sarebbe una svolta vera, mica un orpello tecnologico. Un diritto legittimo, finalmente al passo coi tempi.

Estensione di durata

La licenza potrebbe valere 15 anni, fisica o digitale che sia. Una semplificazione vera, pur con un’eccezione: chi la usa anche come documento d’identità continuerebbe a rinnovarla ogni dieci. Per i neopatentati, invece, vi sarebbero due anni di “sorveglianza speciale” obbligatoria in tutta Europa. Durante quel periodo, chi venisse sorpreso a guidare sotto effetto di alcol o droghe rischierebbe grosso. Oltre alle multe, si parla di ritiro della patente, sanzioni pesanti, e in certi casi addio auto per molto tempo.

Oggi i Paesi membri dell’Ue hanno le loro regole sui controlli medici. Domani andranno forse a uniformarsi. In alcuni è sufficiente un test visivo minimo. In altri, le prove da superare sono molto articolate e durano anche diverse ore. L’idea alla radice sarebbe mantenere stessi criteri per chiunque. In merito, invece, al capitolo autotrasporti, c’è fame di autisti, e Bruxelles se n’è accorta. Con le nuove regole, si potrebbe guidare prima — purché affiancati da un conducente esperto. Diciotto anni per i camion (oggi sono 21), ventuno per gli autobus (oggi 24). Un’apertura che aiuterebbe chi cerca lavoro, senza scendere a compromessi in controllo e sicurezza.

Tassello finale, prendere la patente vivendo all’estero diventerebbe più semplice. Oggi è un incubo burocratico. Le regole in via di definizione punterebbero a sbrogliare la matassa: un processo unico, meno passaggi, maggiore chiarezza. L’accordo è provvisorio, mancano i passaggi definitivi. Politicamente, però, il grosso sarebbe fatto. Nel frattempo possiamo già iniziare ad abituarci all’idea: una patente che non si rompe, non si perde, e che — magari — ci semplificherà davvero la vita.

To top