Il mondo dei motori è in continuo fermento per i cambiamenti che stanno interessando l’industria e la tecnologia. I problemi ambientali che abbiamo vissuto negli ultimi anni hanno spinto i governi di tutto il globo a spingere verso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. In particolare, volendo restringere il campo all’Europa, si sta cercando di portare, entro il 2035, alla totale vendita di vetture ad emissioni zero. Al vaglio ci sono varie soluzioni, ma quella più spinta sembra essere sicuramente l’elettrico, che ha una storia in termini di sviluppo più longeva. Non sono da escludere però anche idrogeno e altri tipi di carburanti ai quali gli scienziati stanno lavorando da tempo.
Naturalmente, per il momento, come spesso accade in Europa, c’è una distribuzione non certo omogenea nella vendita delle auto elettriche. Ci sono alcuni paesi come ad esempio la Norvegia, che fanno registrare dati da record, e altri come l’Italia, che invece hanno ancora numeri veramente esigui. Nel nostro Paese, in particolare si paga una mancanza di infrastrutture in tal senso, i prezzi fuori budget per lo stipendio medio italiano attuale e anche una certa dose di scetticismo, che da sempre serpeggia nella nostra Penisola.
Cosa scelgono gli italiani per viaggiare
Trasformare il parco auto europeo in uno completamente ad emissioni zero però non è l’unica soluzione messa in atto per abbassare il grado di inquinamento del Continente. I vari governi, infatti, da tempo si stanno adoperando anche nell’ottica del trasporto pubblico, una vera manna dal cielo per tante città che hanno così abbassato il traffico cittadino e i livelli di smog in un sol colpo. Secondo il 21° Rapporto sulla mobilità degli italiani Audimob, realizzato dall’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti (Isfort), con il supporto scientifico delle associazioni del Tpl, Agens e Asstra, l’Italia continua a presentarsi come un Paese fortemente legato all’auto.
Nel 2023 il 65% degli italiani ha scelto le vetture per spostarsi, si tratta di un -1,6% rispetto al 2022, ma anche di un +2,5% rispetto al 2019. Sulle strade il numero di veicoli ha superato i 40 milioni. Altro dato significativo è quello legato all’età di queste vetture. Il 23%, infatti, ha oltre 20 anni, un numero pazzesco se si pensa che nel 2010 erano meno della metà e nel 2020 solo il 19,1%. Stando allo studio in oggetto, coloro i quali sono meno inclini alla sostenibilità, sono coloro i quali appartengono a fasce di reddito più basse.
Cause e possibili soluzioni
Chi utilizza maggiormente le auto sono le fasce di reddito sotto i 15mila euro, che rappresentano il 72%. Tra i 20 e i 25mila euro si trovano al 67,5% e infine la fascia di reddito con oltre 25mila euro si attesta al 56,4%. Nelle zone maggiormente periferiche la quota di trasporto pubblico scende addirittura sotto il 5%. Questi dati naturalmente sono lo specchio di un Paese che continua ad avere mancanza di infrastrutture anche dal punto di vista dei trasporti pubblici, con una pesante spaccatura tra nord e sud. Sicuramente c’è una componente legata anche al retaggio tutto italiano che ci vede come un popolo amante delle auto.
Allo stesso tempo però, la mobilità pubblica ha scarso successo soprattutto perché nel nostro Paese non funziona adeguatamente. Non ci riferiamo naturalmente alle persone che ci lavorano, che ci mettono il massimo impegno, ma ai bus e ai treni che spesso presentano dei guasti. Il parco veicoli è spesso troppo anziano e lo dimostrano i dati sull’elettrico. Allo stesso tempo ci sono intere regioni, città e province che non sono minimamente collegate tra loro. La soluzione, può sembrare banale, è quella di investire in futuro in una maggiore capillarità dei trasporti pubblici.