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Rischi e sanzioni se l’alcolock viene manomesso

L’installazione dell’alcolock è uno degli strumenti nella strategia di prevenzione contro la guida in stato di ebbrezza. Si tratta di un dispositivo elettronico di controllo che impedisce l’accensione del motore quando il conducente presenta un tasso alcolemico superiore al limite consentito. L’obbligo di montarlo sul proprio veicolo scatta per chi è stato colto alla guida con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l o per recidiva, come stabilito dal Codice della Strada, che lo lega al percorso di riabilitazione del soggetto interessato. Ma se da un lato il sistema è pensato per tutelare la collettività, dall’altro la manomissione dell’alcolock comporta conseguenze sia amministrative sia penali.

L’introduzione dell’alcolock nel Codice della Strada non ha avuto solo un intento repressivo, ma è anche legata a un approccio rieducativo nei confronti del conducente. L’idea alla base è quella di accompagnare l’automobilista in un percorso di responsabilizzazione progressiva.

Quali conseguenze per chi elude il controllo dell’alcolock

La legislazione italiana parla chiaro: chi tenta di eludere il controllo dell’alcolock alterandone il funzionamento oppure rimuovendolo arbitrariamente incorre in sanzioni raddoppiate rispetto a quelle già previste per l’uso scorretto o l’omissione del dispositivo. Significa che se il conducente era stato inizialmente obbligato a installare l’apparato come misura alternativa alla sospensione della patente, ogni violazione dell’integrità del sistema comporterà non solo il ripristino della sanzione originale, ma anche l’aggravamento della pena.

Nel momento in cui le forze dell’ordine rilevano un intervento non autorizzato sul dispositivo, scatta immediatamente una contestazione formale. Non fa differenza se l’alterazione è stata compiuta con l’intento di eludere i controlli o se si tratta della rottura dei sigilli: in entrambi i casi, la norma prevede il raddoppio delle sanzioni amministrative. Vale anche se la manipolazione ha causato un semplice malfunzionamento, senza impedire completamente la funzionalità del sistema. L’azione in sé è considerata un atto di elusione, e come tale viene punita con fermezza.

A livello pratico, il trasgressore rischia multe salate, che possono raggiungere anche i 1.200 euro, oltre alla sospensione della patente. Ma non è tutto. Se, in seguito alla manomissione, il conducente viene trovato nuovamente alla guida sotto l’effetto dell’alcol, le autorità possono disporre anche l’arresto fino a un anno, secondo quanto previsto dal codice penale.

La responsabilità del passeggero complice

Non solo il conducente, ma anche un eventuale passeggero che collabora alla manomissione dell’alcolock può essere ritenuto corresponsabile in sede giudiziaria. Se ad esempio è un’altra persona a soffiare nel bocchino per aggirare il test del tasso alcolemico, si configura un’ipotesi di concorso in reato.

Alcolock, l’importanza dell’uso corretto

Chi si è visto imporre l’obbligo di installazione dell’alcolock sul proprio veicolo si trova di fronte a una responsabilità importante: dimostrare di aver compreso la gravità della violazione commessa e intraprendere un percorso serio di riabilitazione alla guida. L’alcolock, che impedisce l’avvio del motore nel caso venga rilevato un tasso alcolemico superiore a zero, è un dispositivo di sicurezza a tutti gli effetti, non solo un vincolo tecnico.

L’uso corretto dell’alcolock prevede che il conducente soffi nel bocchino prima di ogni avviamento del motore. Il sistema verifica che il tasso alcolemico sia pari a zero e solo in quel caso consente la messa in moto. Non è sufficiente evitare il consumo di alcol immediatamente prima della guida: anche una minima traccia può impedire l’attivazione del veicolo e registrare l’anomalia nel sistema. Ogni tentativo fallito viene archiviato nella memoria del dispositivo, insieme alla data e all’orario, e questi dati sono accessibili durante i controlli programmati.

Uso fraudolento o manipolazione dell’alcolock

Anche chi affida ad altri la guida del proprio veicolo dotato di alcolock è responsabile della corretta conservazione e del non utilizzo improprio dell’apparato. Secondo quanto chiarito nel decreto attuativo dell’articolo 126 bis del Codice della Strada, qualsiasi uso fraudolento o manipolazione del dispositivo è da ritenersi in contrasto con le condizioni che hanno permesso la riduzione del periodo di sospensione della patente.

I sigilli apposti al momento dell’installazione servono proprio a garantire l’integrità del sistema e la loro violazione è considerata alla stregua di una vera e propria effrazione. Può essere persino classificata come sabotaggio di un dispositivo di sicurezza con tutte le aggravanti del caso. A seguito della scoperta, le autorità stradali possono disporre un’ispezione del veicolo e avviare un’indagine che coinvolge anche l’officina responsabile dell’installazione, qualora si sospetti una collaborazione o una negligenza.

La tracciabilità dei dati registrati dal dispositivo gioca un ruolo in sede di accertamento. L’alcolock è dotato di una memoria interna che registra ogni tentativo di avviamento, ogni soffio fallito, ogni tentativo di bypass. Queste informazioni possono essere acquisite e analizzate per ricostruire dinamiche sospette e sono una prova tecnica in sede di contestazione.

Nel contesto della sicurezza stradale moderna, l’alcolock è un presidio di responsabilità personale. Trattarlo come un ostacolo e cercare di disattivarlo equivale a rifiutare il percorso di recupero previsto dalla legge. I centri di revisione autorizzati, incaricati del monitoraggio periodico del dispositivo, hanno il compito di certificare la sua piena operatività e di segnalare anomalie o interventi illeciti.

Cosa controllano le forze dell’ordine

In caso di controlli su strada, gli agenti possono verificare in tempo reale lo stato del dispositivo, accertare l’integrità dei sigilli, consultare lo storico delle attivazioni e delle anomalie registrate. Se emergono discrepanze o evidenze di uso fraudolento, scatta una contestazione immediata e la sanzione viene applicata senza possibilità di riduzione poiché ogni atto di elusione è considerato un’aggravante.

Durante un posto di blocco o un controllo stradale è quindi importante che il conducente si mostri collaborativo e trasparente nel dichiarare la presenza dell’alcolock. La semplice omissione di questo dettaglio, soprattutto in presenza di anomalie o irregolarità visibili, può essere interpretata come tentativo di occultamento.

Le implicazioni assicurative e il rischio di scopertura

Nel caso in cui un veicolo dotato di Alcolock venga coinvolto in un sinistro stradale e venga accertata la sua manomissione, l’assicurazione può rifiutarsi di coprire i danni. La violazione delle condizioni di uso del dispositivo è vista come un elemento di colpa grave, sufficiente per l’annullamento della polizza o il rigetto della richiesta di risarcimento.

I controlli periodici del dispositivo

I controlli periodici, da effettuarsi nelle officine autorizzate, servono a verificare l’integrità e il corretto funzionamento dell’alcolock. Ignorare queste scadenze, non presentarsi alle revisioni obbligatorie o tentare di aggirare il controllo tecnico compromettono il percorso di recupero previsto dalla legge. Se un familiare o un collega utilizza il veicolo senza rispettare le condizioni di uso dell’alcolock, il responsabile finale resta comunque il proprietario. La legge prevede che l’obbligo non riguarda solo l’uso personale, ma anche la tutela del dispositivo stesso.

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