Guide utili

Ritiro patente per guida sotto l’effetto di droga, cosa fare

Guidare sotto l’influenza di sostanze stupefacenti è una delle infrazioni più gravi previste dal Codice della Strada. La violazione comporta sanzioni molto severe, tra cui il ritiro immediato della patente, multe e possibili conseguenze penali. Comprendere cosa fare in caso di ritiro della patente per droga aiuta a gestire la situazione e avviare il percorso per riottenere la licenza di guida.

Le sanzioni per guida sotto l’effetto di droghe

L’articolo 187 del Codice della Strada disciplina le sanzioni per chi viene trovato alla guida in stato di alterazione psicofisica a causa dell’assunzione di sostanze stupefacenti. Le conseguenze prevedono un’ammenda che varia da 1.500 a 6.000 euro, oltre all’arresto da sei mesi a un anno. Ed è prevista la sospensione della patente per un periodo compreso tra uno e due anni. Nel caso in cui il conducente sia recidivo entro un triennio, scatta la revoca della patente. In pratica occorre ripetere l’intero iter per ottenere una nuova licenza di guida.

Quando il veicolo utilizzato appartiene a una persona diversa dall’autore dell’infrazione, la sospensione della patente viene raddoppiata. Le pene sono ancora più severe se il conducente provoca un incidente stradale mentre è sotto l’effetto di droghe; le sanzioni pecuniarie e detentive raddoppiano e la patente è revocata in ogni caso, indipendentemente dalla gravità dell’incidente.

Come avviene il ritiro della patente

Durante i controlli stradali, le forze dell’ordine possono decidere di sottoporre i conducenti a test salivari o altri esami tossicologici per verificare l’assunzione di sostanze stupefacenti. Se il test iniziale risulta positivo, il conducente viene accompagnato in una struttura sanitaria per accertamenti che prevedono analisi del sangue e delle urine. Il ritiro immediato della patente scatta già al momento della rilevazione positiva al test preliminare, e la patente viene inviata alla prefettura competente che provvede a formalizzare il provvedimento di sospensione.

Il rifiuto di sottoporsi ai test tossicologici è considerato dalla legge un comportamento equiparabile alla guida sotto l’effetto di droghe. Significa che il conducente sarà comunque soggetto alle stesse sanzioni penali e amministrative, tra cui il ritiro della patente, l’ammenda e l’arresto.

Il ruolo del prefetto

Dopo aver ricevuto la patente dalle forze dell’ordine, il prefetto emette un provvedimento di sospensione formale, stabilendo la durata della sospensione stessa. In alcuni casi può valutare circostanze attenuanti, ad esempio se il conducente dimostra di avere particolari necessità lavorative che richiedono l’uso della patente. La discrezionalità del prefetto è comunque limitata quando il ritiro è legato alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, per cui la legge impone sanzioni rigide.

Tra ritiro, sospensione e revoca della patente

Quando si parla di ritiro della patente per guida sotto l’effetto di droghe bisogna distinguere tra ritiro, sospensione e revoca della licenza di guida. Il ritiro della patente è un provvedimento temporaneo, adottato in attesa degli esiti degli accertamenti sanitari. La sospensione della patente prevede invece un’interdizione alla guida per un periodo determinato, che può andare da uno a due anni, a seconda della gravità dell’infrazione e della recidiva.

La revoca della patente è una misura definitiva che comporta l’annullamento della licenza di guida. Il conducente che subisce la revoca è obbligato a ripetere l’intero percorso di formazione, tra cui esame teorico e pratico, come se fosse un neopatentato. La revoca scatta in automatico in caso di recidiva entro tre anni o se il conducente provoca un incidente stradale sotto l’effetto di droghe.

Iter per riottenere la patente dopo il ritiro per droga

Dopo il ritiro della patente, il conducente che vuole riottenere la propria licenza di guida deve seguire un percorso che prevede diversi passaggi. Il primo step è la prenotazione di una visita in una Commissione medica locale dove il conducente viene sottoposto a una valutazione psico-fisica. La visita medica è accompagnata da una serie di esami tossicologici, di solito eseguiti su campioni di sangue e urine, per verificare che l’interessato non faccia più uso di sostanze stupefacenti.

In alcuni casi, soprattutto quando si tratta di recidiva o di casi gravi, può essere richiesto anche un colloquio psicologico. Serve a valutare il livello di consapevolezza del conducente riguardo ai rischi legati alla guida sotto l’effetto di droghe. Se tutti gli accertamenti medici hanno esito positivo, la patente viene restituita. In caso contrario, il conducente deve aspettare un periodo prestabilito prima di poter ripetere gli esami tossicologici e la visita alla Commissione Medica Locale.

La Commissione medica locale, come prepararsi alla visita

La Commissione medica locale è composta da medici specialisti, tra cui un tossicologo, uno psichiatra e un medico legale, che valutano l’idoneità psicofisica alla guida. Per presentarsi alla visita bisogna prenotare un appuntamento e preparare una serie di documenti, tra cui il verbale di ritiro della patente, gli esami tossicologici preliminari e un’eventuale documentazione medica che attesti la propria buona condizione di salute. L’esito della visita è decisivo: se positivo, si ottiene il nulla osta per la restituzione della patente, altrimenti è necessario attendere un nuovo periodo di sospensione.

Esami tossicologici, quali sostanze vengono ricercate

Gli esami tossicologici richiesti dalla Commissione medica locale non si limitano alla ricerca di droghe illegali come cocaina, eroina e cannabis, ma prevedono anche la verifica dell’uso di medicinali psicotropi e di sostanze legali che influenzano la capacità di guida. I test prevedono l’analisi di sangue, urine e in alcuni casi del capello, che permette di rilevare il consumo di sostanze anche a distanza di diversi mesi. La finestra temporale di rilevazione varia in base alla sostanza: ad esempio, la cocaina può essere rilevata nelle urine per circa 3-4 giorni, mentre nel capello rimane fino a 90 giorni o più.

Cosa fare se la patente non viene restituita

Nel caso in cui la Commissione medica locale ritenga il conducente non idoneo alla guida è possibile presentare un ricorso al prefetto o al giudice di pace. Per aumentare le probabilità di successo bisogna presentare una documentazione medica accurata, magari supportata da una perizia di parte eseguita da uno specialista tossicologo. La dimostrazione di aver intrapreso un percorso terapeutico o di riabilitazione è un punto a favore nella valutazione del ricorso.

Come prevenire il ritiro della patente

Il modo migliore per evitare il ritiro della patente è evitare del tutto la guida sotto l’effetto di droghe. In situazioni di dubbio è preferibile utilizzare alternative come i mezzi pubblici, i servizi di car sharing o di noleggio con conducente. Se si sta seguendo una terapia che prevede l’uso di farmaci psicotropi è bene informarsi con il proprio medico sugli effetti collaterali e sulle limitazioni alla guida.

To top